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VIDEO-INTERVISTA PER E-MIGRANTES

La mia intervista per e-Migrantes, il progetto del Distretto turistico Valle dei Templi. Se siete curiosi e volete saperne di più a proposito di questo progetto troverete tutte le informazioni su questa pagina.
Un grazie grandissimo a Dario Lo Scalzo per questa intervista, fatta con 
grande professionalitá e una sensibilità non comune!!! 




[ESCLUSIVA C4C] INTERVISTA A DANIELA VETRO
SCRITTO DA MARCELLO BERTONAZZI · 24 LUGLIO 2014

CRONACHE DAL PIANETA DEI MORTI DYLAN DOG BAO PUBLISHING BONELLI BILOTTA DISNEY TOPOLINO – Con questa intervista si chiude il ciclo dedicato ai disegnatori del volume edito da BAO Publishing, Dylan Dog – Cronache dal pianeta dei morti. È il turno quindi di Daniela Vetro di finire nel mirino di C4Comic. La brava e talentuosa artista siciliana è autrice delle matite del racconto centrale del volume, intitolato “Il tramonto dei vivi-morenti” e apparso originariamente su Dylan Dog Albo Gigante #22.
Prima di lasciarvi all’intervista vi ricordo che, se volete saperne di più sulla trilogia dedicata al Dylan Dog del futuro, potete andare a leggere la recensione del volume e le interviste a Paolo MartinelloCarmine Di Giandomenico.
Bando alle ciance, lasciamo la parola a Daniela.
C4Comic: Ciao Daniela e benvenuta su C4 Comic! Sono sempre in imbarazzo nel dover scrivere la presentazione di un’Artista, sembra quasi di invadere la privacy altrui, quindi lascerei a te l’ingrato compito di presentarti a chi ancora non ti conoscesse: illustratrice, fumettista, chi è Daniela Vetro?
Daniela: Grazie per l’accoglienza sul vostro portale!

Mi presento subito: siciliana, classe ’77. Autodidatta inizio la mia carriera professionale pubblicando sulle pagine del Giornale di Sicilia caricature satiriche su politici nostrani. Successivamente, dopo un corso d’illustrazione con Emanuele Luzzati a Venezia, e un corso d’animazione tradizionale con la Grafimated a Palermo, mi diplomo nel 1998 al corso di fumetto dell’Accademia Disney di Milano e partecipo ad uno stage di perfezionamento presso i Disney Studios di Burbank in California. La mia collaborazione con Disney mi vede all’opera su diverse testate, tra cui Topolino e W.i.t.c.h., per cui realizzo storie a fumetti, copertine e illustrazioni. Nel 2004 ho anche ricoperto il ruolo di insegnante per la stessa Accademia Disney. Negli anni ho collaborato a diversi progetti per Glenat, DeAgostini, Panini, Maga Animation, Soleil… Nel 2009 inizio a dedicarmi al fumetto realistico, avvio la mia collaborazione con la Sergio Bonelli Editore e ho l’onore di lavorare sul personaggio di Dylan Dog. Intanto continuo sporadicamente a dedicarmi alla pittura con le tecniche che adoro: acquerello e olio. Pochi anni fa ho anche realizzato delle statue per un parco pubblico in provincia di Agrigento.
C4Comic: Disney e Sergio Bonelli Editore sono due realtà solide del fumetto italiano, da Topolino a Dylan Dog com’è avvenuto il passaggio?
Daniela: In un modo semplice: ho inviato una lettera, accompagnata da studi del personaggio e tavole di prova al direttore editoriale Mauro Marcheselli, dove spiegavo la mia passione per il lavoro di fumettista e la voglia che avevo di crescere professionalmente disegnando il mitico indagatore dell’incubo , se me ne fosse stata data la possibilità. Mi è stata affidata la sceneggiatura di Giovanni Gualdoni su cui ho faticato parecchi mesi, mentre intanto dividevo il mio tempo lavorando su altri progetti di genere diverso per altri editori. Devo ringraziare entrambi per la disponibilità e la serietà con cui hanno sostenuto la mia maturazione stilistica sulla storia, ed inoltre il gentilissimo Alessandro Poli che telefonicamente mi ha fatto da tutor con i suoi preziosi suggerimenti!

C4Comic: Quali sono le differenze tra questi due mondi, sia nel rapporto della casa editrice verso l’autore che nel disegno vero e proprio?
Daniela: Dal punto di vista grafico le differenze sono tante. Ovviamente il disegno che è realistico, i contenuti, la narrazione, le atmosfere, l’inchiostrazione, l’uso dei tagli, la recitazione dei personaggi… Personalmente trovo tutto ciò stimolante ed è  questo il motivo che mi ha spinto verso la Sergio Bonelli Editore. Le atmosfere drammatiche ma anche surreali di Dylan Dog sono ciò che sentivo di voler disegnare dopo anni di storie umoristiche per Topolino e romantico-adolescenziali su W.i.t.c.h.
Il passaggio da un genere ad un altro comporta un serio impegno! Con mia grande sorpresa il volto di Dylan, che ritenevo così familiare, è stato ciò su cui ho faticato di più, insieme ad un po’ di ripensamenti sull’inchiostrazione, che nelle pagine Bonelli segue regole completamente diverse da quelle Disney a cui ero abituata. Per quanto riguarda i rapporti con l’autore posso dire che in entrambi i casi ho riscontrato un’altissima professionalità. La mia esperienza presso Bonelli è molto breve rispetto a quella che ho presso Disney, ma la prima cosa che mi viene in mente è sui tempi di lavorazione. Alla Disney solitamente sono più brevi ed hanno delle deadline più rigide. Inoltre è più frequente il lavoro in équipe, dividendosi i compiti tra layout, clean-up e inchiostrazione. Questo deriva dalla casa madre statunitense, che nascendo nel campo dell’animazione ha dato l’imprinting per quel tipo di approccio lavorativo.
Bonelli aggiunge il grande vantaggio di lasciarti proprietario delle tavole originali, cosa che mi permette di avere un rapporto speciale con una fetta di pubblico, quella dei collezionisti, che aggiunge gratificazioni e feedback costruttivi alla mia professione.
C4Comic: In futuro, anche in vista della nuova gestione di Recchioni sul mensile, ti vedremo ancora all’opera su Dylan Dog?
Daniela: Ho terminato da poco una storia per un Color Fest dove ho sperimentato uno stile diverso, tutto al servizio del colore. Ora sono all’opera su una bella storia per Topolino e conto a breve di ritornare su Dylan, ma voglio prima rimodulare il mio segno, in modo che sia più personale e riconoscibile, ma meno grafico dell’ultima storia ancora inedita.

C4Comic: Nel volume delle “Cronache Dal Pianeta Dei Morti” di BAO Publishing, la storia su cui hai lavorato è quella centrale, il cui fulcro è il commissario Bloch. Per il sottoscritto, fan del personaggio, è stato difficile trattenere le lacrime; l’impatto emotivo nel disegnare la storia è stato forte?  Com’è stato il tuo approccio al personaggio?
Daniela: Adoro i comprimari di Dylan e le loro bellissime facce! Il lavoro che Alessandro Bilotta ha fatto sia su Groucho che su Bloch é stato eccezionale. Mi sono concentrata sul tentativo di rendere al massimo la gamma di espressioni che il commissario aveva nelle diverse scene, evitando il patetico. Anche se in una fase palesemente senile, ho voluto mantenere la dignità di un distinto signore inglese sempre affascinante, anche quando lotta contro i mostri della malattia e dell’oblio. C’è una scena a cui sono particolarmente affezionata.  A tavola 53,  alla fine di un dialogo con Dylan a casa sua, Bloch é nuovamente disorientato. Oltre allo sguardo smarrito ho voluto aggiungere la ricerca delle mani della sua compagna. Mi ha sempre colpito molto  il modo che hanno i vecchi di tenerti le mani quando ti parlano.
C4Comic: Il mood della storia è cinico e angosciante, c’è qualcosa in particolare che ti ha ispirato verso questo tipo di atmosfera? Che siano film, libri o, perché no, musica?
Daniela: Ho rivisto Blade Runner: tanta pioggia e tante ombre. La mia Londra peró è meno futuristica, perché mi era stato detto di immaginare un’ambientazione avanti nel futuro di soli cinque anni. Successivamente, a lavoro finito, ho visto le belle ambientazioni di Paolo Martinello e col senno di poi , penso che un po’ di coordinamento tra noi disegnatori non avrebbe guastato.

C4Comic: Le storie presenti nel volume sono permeate da un pessimismo e narrano  di un futuro senza più speranze per nessuno, un vero e proprio incubo in cui realtà e orrore sembrano fondersi. Mancanza di punti di riferimento e tematiche che difficilmente troviamo raccontate con questa crudezza sul mensile dell’indagatore dell’incubo: quale aspetto, ti ha affascinato di più di questo Dylan?
Daniela: L’aspetto umano! E’ un Dylan al capolinea, sconfitto dalla vita, crollato sotto i suoi demoni, ma non banale e soprattutto non vittima dei suoi stereotipi più superficiali. Alessandro ha fatto un lavoro bellissimo e coraggioso, ed io sono veramente felice di aver preso parte a questo prezioso ed originale capitolo della storia dell’indagatore dell’incubo. Anzi, credo che proprio nell’affrontare tematiche così mostruose, orribili e destabilizzanti abbia ritrovato lo spirito genuino del nostro antieroe di Craven Road. Lui che ha sempre avuto la capacità di fluttuare in precario equilibrio tra le molteplici intersezioni di realtà e sogno,  di fiaba ed incubo. Lui che è sempre riuscito a ritrovarsi dopo avere attraversato i labirinti più oscuri e bestiali dell’animo umano, ora è andato aldilà delle sue colonne d’Ercole e naviga solo senza un porto sicuro a cui fare ritorno.
C4Comic: Quali sono i tuoi progetti futuri?
Daniela: Come ti dicevo sto lavorando sulle pagine di Topolino, ma ho in ballo anche qualcosa di più personale. Nel mio studio c’è una tela iniziata, la prima di una lunga serie, ed in una cartella del mio computer c’è del materiale per una storia a fumetti che mi piacerebbe raccontare. Magari più in lá, quando ci sarà qualcosa di più corposo vi racconterò qualche dettaglio in più, se vi farà piacere (certo, molto volentieri!ndr).
C4Comic: Cosa consiglieresti a chi sta muovendo i primi passi come disegnatore?
Daniela: Di fare una scuola seria che gli dia gli strumenti giusti per il mestiere che vuole intraprendere e di armarsi di pazienza e sana modestia, perché non si finisce mai di imparare.
C4Comic: Domanda di rito per noi di C4Comic: come disegnatrice qual è la cosa che ti crea più difficoltà rappresentare o per meglio dire qual è la tua kryptonite?
Daniela: Un tempo avrei detto che la mia kryptonite sono le auto e le armi da fuoco, ma in questo momento , lavorando dentro casa e avendo due bimbi molto piccoli, posso dire che i miei splendidi tiranni sono la mia croce (sul lavoro) e la mia delizia (sulla vita). Chi è genitore mi capisce! Eh!Eh!Eh!
Ciao Daniela, da parte mia e di tutta la redazione di C4Comic un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e grazie per la chiacchierata! 


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Daniela Vetro: “In modo naturale il fumetto nella mia vita”

By Veronica Lisotti on 24 aprile 2013


E' stata la prima disegnatrice donna a mettere le mani sull'Old Boy. Disegnatrice di fumetti, illustrazioni, quadri e 3D oggi con noi a CartoonMag Daniela Vetro.
Grazie per essere qua con noi.


Cominciamo raccontando ai nostri lettori come si è avvicinata al mondo dell'illustrazione e quali letture predilige?

--In modo naturale, un po' come tutti, leggendo da piccola i fumetti che mi piacevano e guardando tanti cartoni animati, anime nipponici e lungometraggi Disney. La Sirenetta fu un un'illuminazione!
 Leggevo  Topolino, ma soprattutto il Giornalino. Alle elementari partecipai ad un concorso e con un tema accompagnato da un disegno vinsi l'abbonamento a quella testata per un intero anno. Da allora la passione per il fumetto non mi ha più abbandonata.
Crescendo ho letto tanti anime su riviste come Mangazine, e poi ancora Fumo di china e Comic Art.
Poi la grande passione per Dylan Dog, Magico Vento e ancora Julia e altri autori stranieri.
Le ultime cose che letto con grande piacere sono Polina di Bastien Vivès e Portugal di Cyril Pedrosa.
Ricordo che fu proprio grazie al direttore de " il Giornalino" che entrai in contatto con Sandro D'Amico, che con grandissima gentilezza e disponibilità mi incoraggiò a proseguire con la mia passione per il disegno.
Passione che all'epoca era ancora diretta verso molteplici direzioni: pittura, fumetto, cartoni animati in 2D, illustrazione...
A quell'incontro seguirono un corso di animazione tradizionale con la Grafimated a Palermo, uno stage sull'illustraziine con Emanuele Luzzati a Venezia e l'Accademia Disney a Milano. Lì mi sono diplomata nel 1998 con insegnanti come A. Barbucci e R. Santillo per il fumetto, M. Ghiglione per il disegno 3D, Luciano Gatto per l'inchiostrazione e tanti altri provenienti anche dalla casa madre d'oltreoceano.


Dal 5 Novembre 2010 è diventata la prima donna a disegnare Dyla Dog. Cosa ha provato e qual è, a suo avviso, l'apporto femminile che ha portato all'indagatore dell'iNcubo?

--Una grande emozione! Ho iniziato a leggere Dylan Dog alle superiori ed avevo grande ammirazione per i suoi autori, sia disegnatori che sceneggiatori. Allora non  mi sarei mai sognata di avere un giorno l'onore di lavorare anch'io su quelle pagine!
Per questo onore devo ringraziare  il direttore editoriale Mauro Marcheselli e  il curatore della testata Giovanni Gualdoni che hanno apprezzato il mio lavoro e mi hanno dato fiducia.
Finora ho disegnato due storie, una breve ed una  lunga, cercando di esserne all'altezza col massimo impegno, ma sento ancora che c'è molto da migliorare.
Non so cosa possa essere considerato "femminile" nelle mie tavole. Forse dovrebbe essere un occhio esterno a farmelo notare.
Quello che posso dire è che mi piace particolarmente curare l'abbigliamento dei personaggi femminili, quando ce ne sono e mi viene lasciata mano libera dalla sceneggiatura, e che dedico molta attenzione alla mimica facciale dei personaggi.
Il mio Dylan è ancora in evoluzione, graficamente parlando, ma forse ad un occhio più attento mostrerà i segni di un gusto estetico femminile.
Del resto quale lettrice di Dylan  non se ne è innamorata!

Ha da poco completato le 94 tavole, terza parte di una trilogia che esordì su Color Fest n2 con Il pIaneta dei morti. Cosa le ha detto Giovanni Gualdoni quando le ha  affidata  questo progetto ed è soddisfatta del suo operato?

--Quando Giovanni Gualdoni me l'ha proposta l'ha definita un sfida. Credo per l'attesa che c'è da parte del pubblico ed anche per la particolare ambientazione del racconto, che richiede un delicato restyling dei personaggi principali, Dylan e l'ispettore Bloch soprattutto.
Complessivamente mi posso ritenere soddisfatta.
Attendo con ansia il giudizio dei lettori, di solito intervenire su personaggi a cui il pubblico è affezionato da ben 27 anni è un po' rischioso. Terrò le dita incrociate!
Intanto ho pubblicato qualche anticipazione  sul mio blog
(http://danielavetro.blogspot.it/)
e devo dire che finora i riscontri sono positivi.

Sappiamo che quando riceve una sceneggiatura si muove un pò come fosse una regista, può spiegarci quali step segue?

--Il termine "regista" lo uso per sottolineare l'importanza che in un racconto per immagini, quale il fumetto è, ha la scelta delle inquadrature e dei tagli.
E' il mio primo approccio alla storia. Faccio dei piccoli scarabocchi,  dove imposto vignetta per vignetta, tavola per tavola, lo svolgersi della storia. 
La composizione e l'equilibrio dei neri avviene già in questa fase con un piccolo accenno alla mimica facciale dei personaggi.
Successivamente ingrandisco e arricchisco di dettagli il disegno iniziale, poi ne faccio il clean up al tavolo luminoso, infine inchiostro.


Illustratrice e fumettista per diverse testate tra cui Topolino e W.I.T.C.H, Giovani Marmotte, Minni Mag... come riesce a passare ad un tratto più cartonesco e quali strumenti utilizza?

--Come ho già detto è stato il mio interesse per più generi che mi ha portato ad un percorso formativo variegato.
Gli strumenti che uso sono sempre gli stessi: carta SCHOELLERSHAMMER g\mq 200 liscia, matita hb con mina 0.5, pennelli Winsor & Newton, e inchiostro di china.
Differente è l'approccio interpretativo e grafico che si acquisisce con gli anni d'esperienza.


In Monster allergy ha utilizzato il disegno 3D, che rapporto ha con la tecnologia?

--Chiarisco subito che  per disegno 3D intendo quei disegni che servono come lavoro preparatorio alla realizzazione di un oggetto tridimensionale sia nella realtà che nel mondo virtuale dell'animazione in tre dimensioni.

Si parte da uno schizzo dell'oggetto o personaggio che si vuole realizzare e se ne fanno le varie 'viste' o proiezioni ortogonali.
Su queste si baserà il lavoro dello scultore  che realizzerà il prototipo da cui verranno  ricavati gli stampi per la produzione in serie.
Come dicevo questo lavoro è anche alla base della realizzazione dei personaggi dell'animazione in tre dimensioni. Infatti recentemente ho collaborato anche con la Maga Animation per un loro progetto.
Il mio lavoro è dunque vecchia maniera, carta millimetrata e matita. 
Consiste nello sforzo di disegnare un oggetto da più punti di vista ( in tre dimensioni appunto) prima che l'oggetto esista, risolvendo i problemi che derivano dalla sintesi grafica  che spesso contrasta con la realizzazione pratica dell'oggetto, conoscendo le caratteristiche dei materiali usati e le esigenze tecniche della sua messa in produzione.
Ovviamente faccio uso del computer, conosco photoshop, ma se devo colorare preferisco le tecniche tradizionali. Anche per i fumetti è un grande aiuto, ma la tavola è fatta tutta su carta e sul computer apporto solo delle piccole migliorie alla fine.


Sappiamo che in futuro le piacerebbe creare una strip comic o un fumetto con ambientazioni storiche, a quando tutto ciò?

--Davvero non saprei...eh,eh!
Sono mamma per la seconda volta da pochi mesi e chi ha figli sa come questo sia un periodo molto impegnativo per un genitore.
Penso che per un po' mi limiterò alle collaborazioni già consolidate e avviate e rimanderò il resto per tempi meno intensi.

In cosa la vedremo all'opera nei mesi a seguire?

--Lavorerò ancora su Dylan Dog, ma per la serie regolare. Una storia lunga da 94 tavole....ma di più non posso dirvi.











“Daniela delle nuvole” colpisce ora con Dylan Dog
di  Antonio Liotta
     Nel piccolo scaffale dei ‘sogni realizzati’ è bene in vista e protetta dalla polvere la burnia con etichetta ‘DANIELA DELLE NUVOLE’.   E’ arrivato il momento di  prenderla ed aprirla per due ragioni: la prima per aggiornarla, la seconda per  ripescare la storia lì ben conservata.
     Daniela Vetro è una giovane artista favarese-agrigentina che ha fatto del fumetto la sua ragione di vita. E non solo, perché da disegnatrice ha allargato gli interessi e gli orizzonti  -con risultati straordinari-  al design, all’arredo urbano artistico (stimolante creazione di statue ed elementi decorativi per il parco tematico "Giufà e i Paladini"), alla moda.
     Dopo averci inondato con infinite tavole con protagonista Topolino e la sua intera famiglia (disegnate e pubblicate dalla Walt Disney), ci rende partecipi della sua evoluzione artistica, consegnando ai palati fini 94 tavole  con protagonista uno dei personaggi più amati nel mondo del fumetto: Dylan Dog.
     Lasciarsi sfuggire l’albo gigante n. 22  del 2013 di Dylan Dog è imperdonabile. 
     La storia disegnata-sceneggiata da Daniela Vetro colpisce per la qualità grafica che dà al personaggio una visibilità, incisività e caratterizzazione come raramente si era visto nei diversi interventi operati dai validi disegnatori che a gara cercano di realizzare il sogno di immortalare le avventure dylandoghiane.
     In diverse parti delle tavole sono presenti quelle particolari atmosfere tratteggiate cupe che richiamano lo stile di Frank Miller di Sin City (Pelle della città o Città del peccato) che ha trovato la massima espressione nel graphic novel  cinematografico portato a buon fine con l’apporto di Robert Rodriguez e del contributo di Quentin Tarantino.  Raffinatezza di stile noir quasi pulp che si respira e si sviluppa ora nella tavole di Daniela Vetro che riesce ad affascinare  sino all’ultimo riquadro grafico dove purtroppo leggiamo.. fine della storia.
     E’ singolare il fatto che, solitamente, sono artisti maschili che disegnano le storie di Dylan Dog.  Qui, invece è una donna che tratteggia, incide, sfuma per consegnare un prodotto di alta qualità grafica-estetica.  La spiegazione, se si vuole cercare, è forse data dal fatto che Daniela Vetro è presa d’amore per Dylan Dog, e l’amore porta alla passione e,  in conseguenza, alla massima espressività partecipativa.
     La storia di Daniela è costellata da una lunga serie di sogni coltivati e realizzati.  E’ per questo che, in suo omaggio, oggi tirare fuori dalla burnia le origini di questi sogni è doveroso; pertanto, in forma integrale si propone lo scritto che narra i suoi sogni e che era stato 
pubblicato in fuorivista (2002) anno II numero 2.
Articolo pubblicato sulla rivista on-line www.malgradotuttoweb.it   rubrica  burnia
02.12.2013









Crash! – Intervista a Daniela Vetro

Come promesso, la neo-disegnatrice dylaniata Daniela Vetro ci ha concesso un’ intervista in occasione del suo esordio sulle pagine dell’Old Boy, avvenuto sull’albo gigante n.19. A guidarla Giovanni Gualdoni in La confessione: la disegnatrice siciliana fa un ottimo lavoro e non sfigura affatto, dando quel tocco femminile che al personaggio è sempre mancato. È bello notare come il tratto sia pulito e ordinato in ogni particolare.
Il prossimo obiettivo, come afferma l’autrice stessa, è una storia sulla serie regolare che (sempre a suo dire)  sarà una vera impresa.
Ecco di seguito l’atteso interrogatorio.
Ciao Daniela. Per prima cosa lo staff di Cravenroad7.it  ti dà il benvenuto e ti ringrazia per la gentile collaborazione.
Grazie anche a voi per l’accoglienza!
Ti chiediamo ora di fare una breve presentazione per chi ancora non ti conoscesse: i tuoi primi passi nel mondo del fumetto e la tua carriera in generale.
Ho iniziato durante gli anni del liceo disegnando sporadicamente caricature e vignette satiriche per il Giornale di Sicilia. Successivamente ho seguito uno stage sull’illutrazione con il grande Emanuele  Luzzati  e un corso sull’animazione tradizionale della durata di alcuni mesi a Palermo. Infine nel 1998 mi sono diplomata all’Accademia Disney superando il loro corso di fumetto della durata di un anno. Da allora è iniziata la mia cospicua produzione per Disney sulle riviste TopolinoW.i.t.c.h.Giovani MarmotteMinni MagPP8Monster Allergy, etc. Sempre per Disney ho collaborato con DeAgostini e Panini nella realizzazione di album di figurine e statuine da collezionismo. Nel 2003 ho ricevuto il Topolino d’oro, riconoscimento assegnato ogni anno dalla Disney Italia nell’ambito dell’artist convention, e dal 2004 ho anche insegnato in alcuni corsi dell’Accademia per professionisti statunitensi e aspiranti fumettisti italiani.
Segui Dylan costantemente? Se sì, da quanto tempo?
Ho iniziato a leggerlo alle superiori, durante i mitici anni ‘90. In classe c’era un altro compagno appassionato e ci scambiavamo idee e commenti. Poi ho continuato. La mia collezione vanta molti numeri, ma non è completa al 100%.
Ci sono storie o autori che hai apprezzato particolarmente sulle pagine dell’Old Boy?
Sì tanti! Ovviamente come fumettista ho dato priorità ai disegnatori: Ambrosini, Carnevale, Venturi, Stano, Dall’Agnol, Casertano, Brindisi… e tanti altri. Come storie sono legata ad alcune pubblicate parecchio tempo fa come:  Attraverso lo specchio (Sclavi), Il lungo addio (Marcheselli-Sclavi), Johnny Freak (Marcheselli-Sclavi);  ma anche a più recenti come: Tutti gli amori di Sally (Ruju), Il guardiano del faro (Enna), Mater Morbi(Recchioni), La lettera bianca (Gualdoni), etc…
Ti andrebbe di raccontarci come è avvenuto il tuo ingresso nello staff di Dylan Dog?
Nel modo più classico: ho inviato una lettera, accompagnata da studi del personaggio e tavole di prova, al direttore editoriale Mauro Marcheselli, dove spiegavo la mia passione per il lavoro di fumettista e la voglia che avevo di crescere professionalmente disegnando il mitico indagatore dell’incubo, se me ne fosse stata data la possibilità. Mi è stata affidata la sceneggiatura di Giovanni Gualdoni su cui ho faticato parecchi mesi, mentre intanto dividevo il mio tempo lavorando su altri progetti di genere diverso per altri editori. Devo ringraziare entrambi per la disponibilità e la serietà con cui hanno sostenuto la mia maturazione stilistica sulla storia, ed inoltre il gentilissimo Alessandro Poli che telefonicamente mi ha fatto da tutor con i suoi preziosi suggerimenti!
C’è stato qualcosa nella sceneggiatura di Gualdoni che ti ha creato particolari problemi, o il tuo esordio dylaniato è avvenuto senza intoppi?
Direi di no,  ma ovviamente il passaggio da un genere ad un altro comporta un certo impegno. Con mia grande sorpresa il volto di Dylan, che ritenevo così familiare, è stato ciò su cui ho faticato di più insieme a un po’ di ripensamenti sull’inchiostrazione, che nelle pagine Bonelli segue regole completamente diverse da quelle Disney a cui ero abituata.
Quali sono le principali differenze fra il disegno disneyano e quello bonelliano? Su quale ti senti più a tuo agio?
Le differenze sono tante. Ovviamente il disegno che è realistico, i contenuti, la narrazione, le atmosfere, l’inchiostrazione, l’uso dei tagli, la recitazione dei personaggi… Personalmente trovo tutto ciò stimolante ed è  questo il motivo che mi ha spinto verso la Sergio Bonelli Editore. Le atmosfere drammatiche ma anche surreali di Dylan Dog sono ciò che sentivo di voler disegnare dopo anni di storie umoristiche per Topolino e romantico-adolescenziali su W.i.t.c.h.
Dopo Paola Barbato sei la seconda autrice approdata su Dylan Dog. Ti ripropongo una domanda fatta anni fa alla stessa Paola: Dylan Dog potrebbe essere il tuo uomo ideale? Perché?
Eh!Eh! Effettivamente Dylan è un Old Boy che penso faccia “gola” a molte delle sue lettrici! Bello, affascinante, gentile, ironico, sensibile, virile… ma purtroppo per la sottoscritta, che ormai si avvia ad essere una Old Girl, ha due grandi difetti: il primo è che veste sempre allo stesso modo, ma potrei anche perdonarlo visto l’eleganza con cui porta la sua “divisa” da eroe di fumetto; il secondo è che non invecchia mai, e questo purtroppo è ciò che drammaticamente lo allontana irrimediabilmente da noi comuni mortali che viviamo nel mondo reale!
Quali sono i tuoi prossimi progetti (dylaniati e non)?
Innanzitutto un’avventura dell’indagatore dell’incubo per la serie regolare. Verso fine anno conto di iniziare a leggere la sceneggiatura e disegnare i comprimari dell’episodio, mostri compresi, le locations, scegliere gli outfit dei personaggi secondari, etc. Insomma il dietro le quinte del mio lavoro che mi diverte tanto! Adesso sto lavorando a Lord of Burger vol. 3 con A. Barbucci: una pubblicazione Glénat in stile franco-manga che uscirà anche in Italia e Spagna. Per il futuro, spero a breve di vedere realizzate le statue che ho progettato per un parco cittadino in provincia di Agrigento. Incrocio le dita!
Ancora grazie e buon lavoro!
Grazie anche a voi e buona vita!




N27 - Dicembre 2007



















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